Un istruttore bisbetico di una scuola privata del New England è costretto a rimanere nel campus durante le vacanze di Natale per fare da babysitter a una manciata di studenti che non hanno un posto dove andare. Alla fine, stringe un improbabile legame con uno di loro - un problematico cervellone danneggiato - e con il capo cuoco della scuola, che ha appena perso un figlio in Vietnam.
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VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR: Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior attore in un film commedia o musicale (Paul Giamatti), Miglior attrice non protagonista (Da'Vine Joy Randolph)
Non è un vero e proprio omaggio alla New Hollywood anni 70, però Payne riprende esteticamente gli stilemi di quel periodo con un semplice racconto di formazioni fra individui che rappresentano un qualcosa che il mondo tende a mettere da parte o perlomeno una parte di questo mondo. C'è un professore detestato da corpo docente e studenti proprio per la sua inflessibilità a quei valori "arcaici" che la scuola dovrebbe insegnare ma ormai solo una facciata per gli interessi di una classe ricca che ne vuole usare il prestigio. C'è il ragazzo problematico lasciato solo dalla famiglia e tendenzialmente ribelle. C'è una capocuoca che trattiene sommessamente il dolore per la morte del figlio in Vietnam. Sono personaggi chiusi nei loro gusci, che rimangono sostanzialmente dentro di essi, con la differenza che cominciano a guardare le cose con uno sguardo diverso, più sottotraccia che mostrato in maniera palese. I personaggi si sviluppano e cambiano, ma non in maniera eccessiva e comunque percepibile. Un buon film che non raggiunge i livelli di Nebraska, che ho apprezzato di più, tuttavia un film degno di nota con un Giamatti straordinario.